Da imprese e territori coesivi 8.000 euro di Pil pro capite in più

24 Giugno 2024

Il peso delle relazioni: l’impatto economico della coesione territoriale

Le relazioni tra imprese, lavoratori, aziende e pubbliche amministrazioni nei territori coesivi italiani possono contribuire a un aumento di 8.000 euro del PIL pro capite. Nel 2022, questi territori hanno registrato un valore aggiunto di 34.000 euro per persona, rispetto ai 26.000 euro dei territori non coesivi. Questo è uno dei dati principali del rapporto «Coesione e competizione» realizzato da Unioncamere, Fondazione Symbola e Intesa Sanpaolo, che verrà presentato il 28 giugno a Mantova durante un seminario di Fondazione Symbola.

Il rapporto esamina le caratteristiche delle imprese coesive, legate alla comunità e al territorio e che investono in benessere economico e sociale. Queste imprese rappresentano oltre un terzo del totale in Italia. Il documento evidenzia le priorità operative e la distribuzione geografica delle imprese coesive, sottolineando le sinergie con i territori, che producono effetti positivi sul PIL. «Queste realtà rappresentano il cuore del made in Italy», spiega Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere. «Le imprese coesive operano in collaborazione, non in antagonismo, comprendendo che relazioni positive con lavoratori, fornitori e pubbliche amministrazioni portano benefici anche economici. Ad esempio, una rete di fornitori fidati permette decisioni più rapide».

Effetti positivi sui territori

La resilienza dei territori coesivi, ovvero la capacità di adattarsi e superare ostacoli, supera di tre punti percentuali quella dei territori non coesivi: nel periodo 2019-2022, il valore aggiunto nominale è cresciuto del 10,1% nei territori coesivi, contro il 7,2% dei non coesivi. Inoltre, i territori coesivi vantano una distribuzione della ricchezza più equa: il 23,9% dei contribuenti ha un reddito Irpef inferiore ai 10.000 euro, rispetto al 29,3% nei territori non coesivi. Il rapporto di Unioncamere, Fondazione Symbola e Intesa Sanpaolo evidenzia che i territori con un maggior numero di imprese coesive godono di una coesione sociale più forte, con maggiori livelli di volontariato, fiducia interpersonale, partecipazione civile e politica, e raccolta differenziata. La soddisfazione per la propria vita è più alta nelle regioni con valori superiori alla media, raggiungendo il 47%, dieci punti percentuali in più rispetto alle regioni con valori inferiori alla media.

La geografia della coesione

Il rapporto analizza la distribuzione delle imprese coesive nelle regioni italiane. «Abbiamo calcolato l’intensità della presenza delle imprese coesive in Italia», spiega Tripoli. Con una media nazionale del 43%, le regioni con la maggiore intensità sono Trentino Alto Adige (61%), Valle d’Aosta (59%), Friuli Venezia Giulia (55%) e Molise (52%). In fondo alla classifica troviamo Basilicata (25%), Liguria (31%) e Sicilia (33%). In generale, la quota di imprese coesive è più elevata nelle città medio-piccole (44%) rispetto alle grandi città (38%). «Le città di medie dimensioni facilitano i rapporti e la cultura del territorio è fondamentale», conclude Tripoli.

FONTE: Il Sole 24ORE

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