Stop ai tempi supplementari per gli accertamenti del Fisco
Il Fisco elimina i tempi supplementari per gli accertamenti in scadenza ordinaria al 31 dicembre, ponendo fine alla proroga di 85 giorni dovuta alla pandemia da Covid-19. L’Agenzia delle Entrate, direzione centrale di Roma, ha comunicato agli uffici di non considerare più questa proroga per gli accertamenti in scadenza ordinaria entro il 31 dicembre. Questa decisione segue l’orientamento dei giudici tributari di primo grado che hanno respinto gli accertamenti notificati nel 2023 ma relativi al 31 dicembre 2022, applicando la proroga di 85 giorni valida solo per il 2020.
Gli uffici dovranno organizzare le attività di controllo in modo da concludere i procedimenti entro i termini ordinari di decadenza, evitando i differimenti previsti dalla normativa vigente.Per quanto riguarda i termini per gli accertamenti, a partire dal periodo d’imposta al 31 dicembre 2016 e successivi, gli accertamenti devono essere notificati entro il quinto anno successivo alla presentazione della dichiarazione. In caso di mancata presentazione o dichiarazione nulla, l’accertamento può essere notificato entro il settimo anno successivo. Per gli accertamenti relativi al 2017 con dichiarazione regolarmente presentata, il termine è scaduto il 31 dicembre 2023 e quindi non si applicherà più la proroga di 85 giorni.La proroga di 85 giorni è stata bocciata dai giudici tributari, che hanno ritenuto irragionevole e illogica questa estensione temporale.
Le nuove indicazioni dell’Agenzia delle Entrate sono state emesse in seguito all’atto di indirizzo del viceministro dell’Economia e del direttore del dipartimento delle Finanze del 29 febbraio 2024. In particolare, negli inviti all’adesione relativi a periodi d’imposta prossimi alla scadenza dell’azione di accertamento, gli uffici dovranno comunicare tempestivamente al contribuente la non applicabilità delle disposizioni previste fino al 30 aprile o all’emissione del decreto ministeriale che definirà gli atti soggetti al nuovo contraddittorio.
FONTE: Il Sole 24ORE